Appalti pubblici: si punta a procedure più smart con i bandi digitali

Brainstorming over paper. Original public domain image from Wikimedia Commons

La digitalizzazione arriva anche negli appalti pubblici, con l’introduzione da gennaio 2022 dei nuovi bandi digitali per rendere le procedure più smart, semplici e veloci.

Finisce dunque l’era della carta per modernizzare l’iter burocratico relativo agli appalti delle Pubbliche Amministrazioni, con l’avvio della procedura telematica predisposta dall’ANAC.


Si tratta di uno degli obiettivi previsti dal PNRR, per agevolare il lavoro delle stazioni appaltanti e migliorare l’accessibilità delle PMI ai bandi pubblici. L’iter digitale potrà garantire anche maggiore trasparenza negli atti pubblici, con l’attuazione del piano nazionale di e-Procurement, informatizzando l’intero percorso procedurale che regola l’approvvigionamento degli enti pubblici.

Come specificato dall’ANAC, i bandi digitali riguarderanno l’affidamento di forniture e servizi negli ambiti ordinari, con un oggetto dell’appalto il cui importo sarà uguale o superiore alle soglie europee (215 mila euro per le gare di progettazione e 5,38 milioni di euro per i lavori). L’aggiudicazione, invece, sarà quella dell’offerta più conveniente in termini economici, in base al criterio del rapporto qualità-prezzo migliore.

Cos’è un appalto pubblico e come funziona esattamente

Per le imprese partecipare a una gara d’appalto pubblica rappresenta un’importante opportunità economica, oltre ad offrire dei vantaggi considerevoli in termini di reputazione e immagine aziendale.

Tuttavia la procedura è abbastanza complessa, nonostante l’introduzione dei bandi digitali, in quanto bisogna rispettare una serie di regole e adempimenti come previsto dal Codice degli Appalti, recentemente modificato dal Decreto Sblocca Cantieri.

Per prima cosa bisogna essere in regola con i requisiti di legge per la presentazione di un’offerta in una gara pubblica, tra cui il possesso dell’attestazione SOA. Come si legge sull’approfondimento a cura degli esperti di soasemplice.it, si tratta di una certificazione obbligatoria per partecipare a bandi con base d’asta superiore a 150 mila euro (per maggiori informazioni: https://www.soasemplice.it/attestazione-soa).

Una volta ottenuti i requisiti necessari è possibile valutare a quali gare partecipare, consultando i bandi pubblicati dagli enti pubblici all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Per ogni appalto pubblico sono sempre specificati i termini del bando, in questo modo le imprese possono sapere qual è l’oggetto della gara, le modalità di presentazione dell’offerta e i requisiti richiesti per l’opera o la fornitura di beni o servizi ad una Pubblica Amministrazione.

Dopodiché, la PA procederà con la valutazione delle proposte scegliendo l’offerta più vantaggiosa, considerando le regole imposte dal Codice degli Appalti per ogni tipo di bando.

Oltre all’attestato SOA, i requisiti richiesti per la partecipazione a una gara d’appalto pubblica riguardano il fatturato minimo annuo dell’impresa, il settore di attività, la presenza di una copertura assicurativa adeguata e la regolarità delle informazioni fornite in merito ai conti dell’azienda, incluse le passività.

Appalti pubblici: cosa cambia con l’e-Procurement 2.0?

La digitalizzazione delle gare d’appalto pubbliche, introdotta con il DM 148/2021, costituisce una svolta essenziale nella modernizzazione dei bandi pubblici in Italia.

Tra le novità legate alla telematizzazione dei processi negli appalti della PA c’è l’utilizzo dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, attraverso il quale accedere alle piattaforme telematiche preposte per la gestione digitale delle gare d’appalto.

Le aziende saranno inoltre tenute ad avere un domicilio digitale, presente all’interno degli indici IPA e INI-PEC, oppure dentro il sistema stesso. Le stazioni appaltanti, inoltre, dovranno rispettare determinati vincoli in merito alla conservazione dei dati e alle informazioni cronologiche, comprese le comunicazioni avvenute tra il committente pubblico e i partecipanti alla gara.

Anche le piattaforme di e-Procurement dovranno essere allineate con specifiche caratteristiche tecniche e tecnologiche, assicurando un’interoperabilità ottimale con gli standard e le infrastrutture telematiche europee.

La dematerializzazione delle gare d’appalto interesserà sia la fase pre-aggiudicazione, sia quella successiva all’assegnazione dell’appalto, entrambe vincolate da una serie di obblighi da assolvere in modalità digitale.

La digitalizzazione non riguarderà solo gli strumenti per gli appalti elettronici di e- Procurement, ma anche l’accesso telematico alle gare tramite soluzioni di e-Access, la presentazione digitale della richiesta di partecipazione mediante sistemi di e-Submission e la rendicontazione fiscale delle prestazioni attraverso tecnologie di e-Invoicing per la fatturazione elettronica internazionale.

Per le imprese i vantaggi saranno considerevoli, con la possibilità di fornire le informazioni una sola volta e gestire in modo più semplice e sostenibile le gare d’appalto.