Andare a lavorare in Spagna: pro e contro da valutare

Se si ha in mente di cercare un lavoro in un Paese straniero, la Spagna è con tutta probabilità uno dei primi Paesi che meritano di essere presi in considerazione, se non altro per le sue tante caratteristiche simili all’Italia. La vicinanza tra il nostro Paese e quello iberico riguarda molteplici aspetti: lo stile di vita, per esempio, ma anche la mentalità e la lingua, senza dimenticare il calore della popolazione.

Perché andare a vivere in Spagna

Ci sono un sacco di buone ragioni per cui è bene pensare di andare a vivere in Spagna: anche di natura logistica, visto che la vicinanza all’Italia rende semplici gli spostamenti, anche grazie alla disponibilità di molteplici collegamenti low cost. La situazione economica è in costante crescita, e in più il sistema fiscale è decisamente meno oppressivo rispetto a quello italiano. In linea generale, il costo della vita è inferiore. Infine, è facile imparare lo spagnolo, e con un po’ di esercizio sin dai primi giorni ci si può far capire senza troppi ostacoli. Certo, conviene tenere conto anche di alcuni potenziali aspetti negativi: per esempio la burocrazia fin troppo lenta, e spesso fonte di disagi (non che in Italia le cose vadano molto meglio, per altro). Inoltre, gli stipendi medi che sono inferiori ai nostri. C’è poi da considerare il fatto che le leggi regionali non sono tutte uguali: quindi, per esempio, se si ha in mente di avviare un’attività non è detto che l’iter che si deve seguire a Ibiza sia lo stesso previsto per Madrid.


Aprire un’azienda in Spagna

Chi è curioso di sapere come vivere e trovare lavoro in Spagna non può non essere interessato alle procedure previste per l’apertura di un’azienda in quel Paese. Le società di nuova fondazione possono beneficiare di una tassazione agevolata per i primi due anni, mentre dal terzo anno in poi il regime applicato è in ogni caso più basso di quello italiano. Nel novero dei settori che godono di buona fama in Spagna ci sono il farmaceutico, quello delle energie rinnovabili e quello delle telecomunicazioni. Bene anche il settore IT e quello dei trasporti.

Prima di trasferirsi in Spagna

Che cosa dovrebbe fare chi ha il desiderio di andare a vivere in Spagna? Il suggerimento più semplice e utile è quello di andare – per così dire – in avanscoperta, per toccare con mano ciò con cui si avrà a che fare. Visti in televisione o su Internet tutti i Paesi sembrano più desiderabili del nostro, ma la realtà dei fatti è ben diversa. Quindi prima di progettare un addio definitivo può essere utile andare in Spagna per una vacanza, di una o più settimane. Ovviamente maggiore è la lunghezza del soggiorno e meglio è, dal momento che si può contare su un maggior numero di informazioni e di esperienze. Per esempio, il Servizio di Volontariato Europeo e l’Erasmus sono due esperienze che vale la pena di provare e che aiutano a capire quali sono sia i vantaggi che gli svantaggi che derivano dal soggiornare in Spagna.

Qual è il costo della vita

Come si è già accennato, in linea di massima il costo della vita in Spagna è più basso rispetto a quello in Italia; è chiaro, però, che anche gli stipendi sono inferiori. Inoltre, non è detto che le retribuzioni siano in linea, nella loro evoluzione, con l’incremento del costo della vita. A partire dal mese di gennaio del 2018 è cresciuto dell’8% lo stipendio minimo dei lavoratori in Spagna. È evidente che il costo della vita varia anche in base alla città e al contesto in cui ci si trasferisce: la periferia di un piccolo paesino presuppone una spesa inferiore a quella richiesta a chi vive in una grande metropoli. Per avere un’idea di massima, casa con una stanza a Barcellona può costare più di 700 euro al mese di affitto; tuttavia il capoluogo catalano è una delle città più costose del Paese. A Valencia, invece, si spende circa il 30% in meno. Altre città piuttosto costose sono Bilbao, Madrid, Palma di Maiorca e San Sebastiàn. Per quel che riguarda i trasporti, i prezzi sono piuttosto bassi.

Parlare in spagnolo

In Spagna si parla lo spagnolo, noto anche come castellano o castigliano. Altre quattro lingue, tuttavia, possono vantare lo statuto di co-ufficialità: l’aranese, che si parla in Catalogna e in Val D’Aran; il galiziano, che si parla in Galizia; il catalano, che si parla nelle Baleari e in Catalogna; e il basco, che si parla in una parte della Navarra e nei Paesi Baschi. Chi ha in mente di andare a vivere a Barcellona dovrebbe conoscere le basi del catalano, anche se nel resto delle regioni basta sapere lo spagnolo. Una lingua che, comunque, deve essere studiata con costanza e impegno.