Lo sapevi che il bitcoin è caro a livello di energia? Ecco i motivi

Non si può negare che in ambito finanziario le criptovalute siano un punto di forte interesse da parte degli investitori soprattutto negli ultimi anni. Questo non esime quindi il Bitcoin con le altri criptovalute dal fatto che il loro andamento sia altalenante e possano esserci dei picchi come dei crolli. Niente di strano perché gli investimenti stessi, soprattutto in ambito azionario, vivono alti e bassi quotidianamente. Ogni giorno si può controllare online il bitcoin prezzo per vedere l’andamento. Tutto trasparente quindi.

Nonostante possa sembrare volatile questa tipologia di moneta ha dei controlli molto forti essendo inseriti nella blockchain, ovvero una catena dove ogni passaggio è controllato da intermediari ed è alla vista di tutti. Una serie di passaggi molto democratici con una verifica di tipo pubblico che ha delle basi hardware nelle mining farm ovvero luoghi dove grossi database ricevono i dati utili alla sopravvivenza della blockchain. Ogni partecipante può effettuare il mining per cui può finalizzare le operazioni e le transazioni.


I Bitcoin e il consumo dell’energia: capiamo come funziona

In un contesto come quello di oggi in cui si parla di energia, pare che il bitcoin abbia un elevato elemento di consumo di energia. Capiamo il motivo di tutto questo.

Partiamo dal presupposto che la stessa moneta cartacea per essere prodotta ha un bel consumo di energia, come ci spiega la BCE, questo vuol dire che produrre delle banconote fisiche ha un impatto ambientale.

Bisogna inoltre tenere in conto non solo delle materie che si impiegano per produrre la banconota in se stessa, ma anche il trasporto della stessa e l’energia consumata per far andare i macchinari che la stampano. Tutto questo va a impattare sul costo della creazione della moneta fisica.

A livello pratico cosa vuol dire?

Gli studi relativi agli Stati Uniti nel 2022 per produrre le banconote immesse poi sul mercato affermano che la spesa è stata di un miliardo di dollari. La cosa che lascia stupiti è che la produzione di Bitcoin non ha un costo inferiore a quello della moneta cartacea.

Andiamo a vedere da dove ha origine il costo a livello energetico per la produzione di Bitcoin che è effettivamente alto e quali sono le situazioni ad ora studiate per creare una versione green di questa produzione.

Chi non è del settore poiché il bitcoin è una moneta digitale potrebbe non capacitarsi sul perché dovrebbe consumare energia la produzione di criptovalute: andiamo vedere cosa c’è dietro per capire meglio la situazione.

Le mining farm e il consumo

Abbiamo detto che uno dei passaggi fondamentali della blockchain è il mining ovvero quell’azione che genera nuovi blocchi e nuovi algoritmi che vanno a inserire nel registro delle transizioni gli spostamenti di Bitcoin. Queste operazioni avvengono ogni 10 minuti. Questo vuol dire che ogni 10 minuti vengono creati dei nuovi bitcoin per quanto non stampati.

La domanda sorge spontanea: come mai così tanto spreco di energia per i Bitcoin? Bisogna affermare che esistono le mining farm dove vengono conservati dei database computer, che ovviamente richiedono un certo dispendio di tipo energetico. La tipologia di energia che vanno impiegare è quella delle centrali idroelettriche. L’energia impiegate per le mining farm levano energia alle comunità dove le mining farm si trovano.

Sono comunque delle strutture che hanno un alto consumo energetico: infatti si potrebbe dire che se facessimo un paragone tra le normali transazioni di carte di credito per andare a strutturare una transizione fatta coi Bitcoin ci vogliono 600.000 transazioni di carte di credito a livello di dispendio di energia. Se calcoliamo il fatto che abbiamo un mining ogni 10 minuti, potete fare da soli i calcoli di quanta energia il Bitcoin vada a consumare effettivamente.

Se, come abbiamo detto, Stati Uniti nel 2022 hanno avuto un dispendio per creazione di banconote classiche di circa un miliardo, quello dei Bitcoin è stato di 13 miliardi.

Le cifre sono decisamente differenti. Per questo motivo si sta cercando una energia rinnovabile per far funzionare questo mining farm e queste transizioni fondamentali per poter poi determinare il funzionamento di tutta la blockchain.

Verso un bitcoin green

Una delle nuove frontiere è puntare all’energia eolica che andrà quindi a creare una versione più green di Bitcoin. Una delle prime sperimentazioni è stata avviata dal Marocco, dove vogliono utilizzare questa tipologia di energia per andare ad alimentare le loro mining farm.

L’altra idea è quella di rivolgersi al fotovoltaico e, rispetto questa soluzione, stanno facendo delle sperimentazioni due grosse Bitcoin farm in Texas, a cui si affianca anche la sperimentazione e la produzione di energia solare.

Tutto questo determinerebbe un impatto sia sui costi, sia sul consumo energetico: è sicuramente una creazione più green di questa moneta digitale, che in sé non dovrebbe avere costi alti, ma che in realtà un dispendio energetico ad oggi non da poco.