Scoperta una sepoltura nel sito archeologico di Sant’Andrea

Importante scoperta, presso il sito archeologico medioevale di Sant’Andrea, nel Comune di Campodimele. Martedì, durante le opere di scavo in cui erano impegnati esperti archeologi, guidati dal Professor Edoardo Vanni dell’Università degli Studi di Siena, è stata infatti ritrovata una sepoltura che conservava nel sottosuolo le ossa umane di un uomo di presunta età adolescenziale, risalente con ogni probabilità al XIV Secolo d.C.

La scoperta, che ha suscitato grande interesse tra i ricercatori, ha portato anche all’intervento dei Carabinieri della Stazione di Itri, che hanno contribuito ad accertare il ritrovamento e a mettere in sicurezza l’area di interesse storico.


I resti, che risalgono a oltre 600 anni fa, sono stati immediatamente posti sotto tutela della Soprintendenza dei Beni Culturali di Roma e la sorprendente scoperta potrà permettere di fornire importanti informazioni sulla vita e le pratiche funerarie dell’epoca ed approfondire la conoscenza del passato di questa affasciante località. Le ossa verranno infatti debitamente catalogate e documentate con le metodologie di scavo previste da circolare ministeriale e consegnate all’ente preposto.

“Il ritrovamento dei resti umani – sottolinea il Comando provinciale dei carabinieri – è avvenuto in prossimità della Chiesa di Sant’Andrea, un edificio religioso di grande importanza storica ed artistica. Gli scavi in corso nella zona hanno già portato alla luce reperti dell’epoca storica di riferimento, testimonianze dell’attività artigianale e della vita quotidiana dei residenti nel corso dei secoli”.

“L’importanza di questa scoperta archeologia dimostra ancora una volta quanto sia prezioso il patrimonio culturale e storico che le nostre terre celano. Gli scavi e le ricerche in corso a Campodimele continuano ad offrire nuove prospettive sulla storia antica e a gettare luce sulla vita dei nostri predecessori e sarà concesso alle attuali e prossime generazioni di conoscere testimonianze del passato fino ad oggi rimaste ancora inesplorate”.