ALLUVIONE A FORMIA E GAETA: CAUSA COLLETTIVA CONTRO ACQUALATINA

É stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E in questo caso la popolare frase gergale sembra tagliata su misura per Acqualatina che dopo i tragici e negligenti eventi dei giorni scorsi sarà oggetto di una azione legale in procinto di essere intrapresa dallo studio dell’avvocato Umberto Donaggio di Gaeta, situato al civico 238 di via Indipendenza. Dopo anni di disservizi, interruzioni di flusso e acqua non sempre potabile, l’avvocato ha deciso di aprire la sottoscrizione a tutti nella speranza di poter aggregare il maggior numero di persone possibile.

Il costo di sottoscrizione alla causa collettiva, che l’avvocato tiene a precisare non si tratta di una class action ma di citazioni individuali dell’ente gestore in tribunale, sarà di 20 euro. Una spesa esigua che servirà a coprire le sole spese di notifica e contro le quali l’avvocato intende chiedere un risarcimento di almeno 500 euro per persona. Perché come detto i disservizi in seguito all’alluvione sono stati solo l’evento scatenante di un disagio ormai dilagante sulle comunità servite dell’ente di gestione idrica. E infatti nell’iniziativa del legale si vuole fare appello a un contratto tra le parti che mai negli ultimi dieci anni, tempi delle prescrizioni contrattuali decennali, é stato pienamente rispettato.


E proprio per inadempimenti contrattuali Acqualatina verrà citata, perché incapace in numerosissime occasioni, sia nelle stagioni estive che in quelle invernali, di rispettare il contratto di somministrazione continua. Molte in questo senso le prove che l’avvocato ha in serbo di produrre nelle sedi opportune. Anche se in realtà per un’accusa di questo tipo, a difendersi dovrebbe poi essere l’ente di gestione del servizio idrico che sarebbe chiamato a dimostrare in che modo tutti i disagi, i disservizi e gli inadempimenti contrattuali non siano ascrivibili a responsabilità diretta ma imputabile ad altri fattori esterni alle competenze dell’ente.

In questo senso ci sarebbero ottime ragioni per ben sperare, perché almeno in un paio di precedenti analoghi, come nel 2000 in una causa di Reggio Calabria e nel 2010 con un giudice di pace di Nocera, l’utenza avrebbe avuto riconosciute le proprie ragioni. Insomma l’avvocato Donaggio ha aperto l’iniziativa, consapevole di un terreno ormai fertile in virtù della rabbia montata negli anni con l’apice della mancanza d’acqua per 48 ore verificatosi i seguito all’alluvione di Halloween.

Si attende di capire a questo punto che riscontro ci sarà e chi casomai ha già intentato causa per conto proprio. Fatto sta che nonostante l’anacronistico rinnovo del contratto di adesione all’Ato4 di Gaeta avvenuto poche ore prima dell’alluvione, é possibile che l’esperienza di Acqualatina almeno nel basso Lazio stia giungendo a termine.

Intanto dall’associazione antimafia Antonino Caponnetto, il suo presidente Elvio Di Cesare auspica “che vengano arrestati i responsabili del disastro ambientale e della morte di Concetta Gigliano oltre che dei danni alla salute pubblica di intere comunità. Chi scrive negli anni 80 era consigliere comunale di Gaeta e quel torrente, che raccoglie le acque provenienti da Itri, Gaeta e Formia e le scarica sulla spiaggia di Vindicio, già provocava disastri. Si è consentita una cementificazione selvaggia di tutto il territorio confinante e, poi, qualcuno ha concesso la sanatoria. Si è  permesso a taluni di costruire perfino sugli argini. Tutto ‘condonato’. E, poi, il tombinamento di taluni tratti del fossato. E la mancata manutenzione che, invece, andrebbe fatta costantemente ad evitare soprattutto che tutto il materiale trasportato dalle acque faccia da ‘tappo’ impedendo così il deflusso delle acque. E, infine, la mancata allerta meteo”.