GAETA, INCHIESTA SUL CIMITERO: INDAGATI DUE OPERAI

I defunti del cimitero di Gaeta sono lontani dall’ottenere la pace eterna che per tradizione chi continua a vivere gli augura. Continuano infatti per loro i problemi perché l’ultimo episodio è avvenuto domenica quando un estinto è stato prelevato dal proprio loculo nella cappella di famiglia per essere sostituito con un congiunto morto nei giorni scorsi e che ieri attendeva di prenderne il posto.

Ad accorgersi però della strana operazione sono stati i Carabinieri del nucleo operativo di Gaeta, diretti dal tenente Palma Lavecchia, che una volta raggiunto il camposanto hanno denunciato i due operai dei servizi cimiteriali comunali che stavano effettuando lo svuotamento del loculo col reato di profanazione di sepolcro. A questo scopo inoltre i due stavano adoperando una baracca fatiscente priva di ogni norma igienico sanitaria in materia di trattamento di resti umani e, secondo quanto loro stessi avrebbero sostenuto, lo facevano come da consuetudine.


Insomma al cimitero di Gaeta si prelevavano i morti e in maniera del tutto rudimentale li si risistemavano un po’ a caso. Sta di fatto che i resti dell’uomo prelevato, morto nel 1979,  dopo il sequestro e l’apposizione dei sigilli alla baracca da parte dei militari, sono stati trasferiti presso la camera mortuaria dell’ospedale Di Liegro per le necessarie procedure di pulizia nel rispetto della normativa esistente. Intanto i Carabinieri hanno inviato anche un’informativa alla Procura della Repubblica e comunque hanno svolto da domenica a oggi una serie di interrogatori anche a funzionari comunali per capire che procedure si adottino per la gestione e il trattamento dei defunti.

E quindi a distanza di 33 anni dalla sua morte, quest’uomo non ha ancora trovato la sua pace eterna. E chi oggi è ancora vivo deve pensare la stessa cosa visto che il cimitero e i servizi cimiteriali sembrano sempre più una giungla. A questo scopo proprio il presidente dell’associazione Caponnetto Elvio Di Cesare aveva già denunciato ai Carabinieri l’assenza proprio negli uffici comunali di una mappatura dettagliata dei loculi. E oggi forse si capisce il perché.

Situazioni analoghe si erano già verificate in passato quando furono addirittura ritrovati i resti di un ragazzino al quale l’ex assessore Antonio Salone volle donare a sue spese un loculo. Intanto da settimane l’amministrazione comunale va proclamando l’esistenza di finanziamenti per 250mila euro per rivedere la struttura. E anche il potenziamento dell’organico dei servizi cimiteriali non avrebbe avuto luogo visto che uno dei due operai colti sul fatto non era nemmeno in servizio.

Ma la domanda a questo punto è: ma da quanto va avanti questa storia? E dove finivano i resti prelevati? I carabinieri proseguiranno le indagini e gli interrogatori per fare chiarezza su una situazione oscura ormai da decenni.

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