GAETA, NEUROPSICHIATRIA INFANTILE: I CARABINIERI INDAGANO SULLA SOSPENSIONE DEL SERVIZIO IN VIA AMALFI

DSC_8892I Carabinieri di Gaeta hanno iniziato ad indagare per risalire alle responsabilità che hanno portato qlla chiusura dei locali del reparto di neuropsichiatria infantile nella struttura di via Amalfi.

Il reato è di sospensione di pubblico servizio e a questo proposito i militari hanno già effettuato una serie di audizioni per avere chiarimenti direttamente dai funzionari responsabili dell’Asl di Latina. Ricordiamo a questo proposito che anche il coordinatore del movimento progressista ed ex vicesindaco Salvatore Di Ciaccio aveva nei giorni della chiusura del reparto, denunciato quanto stava avvenendo recandosi presso la caserma dei carabinieri di Gaeta.


Tuttavia le indagini per questa tipologia di reato sono cominciate d’ufficio, senza che vi fosse dunque alcun bisogno di denuncia. Insomma gli uomini dell’Arma sono intenzionati a fare chiarezza su quanto avvenuto in quel tumultuoso periodo durato alcuni giorni, quando, dopo il sequestro dell’asilo nido, poi subito dissequestrato e riaperto alcuni giorni dopo, seguì a stretto giro anche una improvvisa chiusura della struttura neuropsichiatrica.

Una chiusura del tutto anomala e arbitraria visto che sia i dipendenti che le famiglie, e i pazienti stessi, recandosi come da consuetudine verso l’ingresso, trovarono una catena ad impedirgli l’accesso. Bisogna ricordare come il centro offra assistenza a circa 450 bambini che necessitano di cure specifiche e, in alcuni casi, che si trovano in gravi condizioni neuropsichiatriche come piccoli utenti affetti da autismo. Per tutti questi pazienti e per le loro famiglie non è arrivata alcuna comunicazione di sospensione del servizio lasciandoli per giorni senza assistenza.

Di fatto a tutt’oggi l’attività non è ancora ripresa a pieno regime presso alcuni locali ambulatoriali dell’ospedale Di Liegro di Gaeta, dove la mattina si fa appunto ambulatorio e il pomeriggio subentra neuropsichiatria infantile. Tutto ciò nonostante le necessità sanitarie delle quali hanno bisogno come detto i pazienti più gravi come quelli autistici che notoriamente devono rispettare la propria routine quotidiana per evitare di avere delle crisi psichiche. Cosa che fino ad oggi non è più accaduta dal giorno del sequestro.

E perciò nel frattempo tutti i genitori coinvolti hanno avviato una raccolta firme per chiedere a chi di dovere lo spostamento delle attività sanitarie o nel luogo di origine presso la struttura di via Amalfi o in alternativa in un altro luogo che non sia quello scomodo dei locali ambulatoriali ospedalieri.

Nei prossimi giorni infine sono attese le prime audizioni dei carabinieri ai funzionari comunali e probabilmente anche ai responsabili dell’amministrazione comunale.

Una ipotesi che potrebbe sorgere dunque, a seguito dello svolgimento di queste indagini, riguarda la possibilità che qualcuno possa avere strumentalizzato e dunque sfruttato la possibilità offerta dal sequestro dell’asilo per pianificare lo spostamento di neuropsichiatria senza alcun preavviso, al fine di poter disporre, non si capisce a quale scopo, dei locali lasciati dal reparto sanitario infantile della struttura di via Amalfi.

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