GAETA ITALCRAFT, I SINDACATI RIVENDICANO UN FUTURO PER I 47 OPERAI

italcraftSono i sindacati e i 47 lavoratori dell’Italcraft da loro rappresentati che ora battono i pugni rivendicando soluzioni immediate. Dopo il fulmine a ciel sereno legato al maxisequestro di beni dell’imprenditore pontino Fabrizio Perrozzi, in procinto di diventare il nuovo proprietario del ciclo produttivo nel cantiere gaetano, per un valore complessivo di 150 milioni di euro, tra i quali le quote societarie Italcraft rilevate dalla vecchia proprietà, la triade sindacale ha tenuto a specificare come “la priorità in questa fase resti il lavoro degli operai Italcraft perché in sostanza quella di Perrozzi resta per loro l’unica possibilità di salvezza”.

Massimo Purificato della Feneal-Uil, Luigi Coppola della Filca-Cisl e Carmine Zazzera della Fillea-Cgil non ci stanno ad incassare gli attacchi piovuti loro addosso per mano dei detrattori per non essersi accorti di quanto stesse avvenendo. Eppure non è che avessero molte alternative viste che l’unica possibilità di salvezza dei posti di lavoro era proprio Perrozzi, tra l’altro sostenuto fino a poche settimane fa anche dalle istituzioni e dagli enti che avevano dato il proprio benestare al passaggio di consegne ufficiale solo dopo il concordato del tribunale previsto per il 28 febbraio.


A sostenere questa tesi i tre ricordano come “proprio Perrozzi dal momento del suo ingresso abbia già pagato tre mensilità e la tredicesima, tra i lavoratori reintegrati a turno, unico aspetto davvero importante per gli operai che rischiano di perdere il lavoro e ormai da molti mesi in cassaintegrazione”.

Insomma attendono ora di sapere quale destino li attende visto che i commissari incaricati di gestire la situazione di crisi non hanno ancora avuto contatti coi sindacati e soprattutto ricordando come la cassaintegrazione scada a fine aprile e probabilmente per un eventuale dissequestro delle quote non se ne parla prima di giugno.

Perciò l’unica speranza resta quella che il tribunale possa prendere tempo sulla decisione del concordato e chiedere una deroga alla cassaintegrazione. Tuttavia il problema non si considera risolto perché la vera soluzione, secondo i sindacati e i lavoratori, sarebbe quella di un nuovo sodalizio sano a rilevare il sito produttivo.

Una opzione paventata proprio dalla proprietà Perrozzi in una conferenza stampa quando sembravano bastoni tra le ruote gli ostacoli posti da alcuni enti e autority istituzionali all’acquisizione del cantiere nautico.

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