GAETA, POZZI GINORI: I SINDACATI CHIEDONO L'INTERVENTO DEL COMUNE DI FORMIA

pozzi-ginoriIl peggioramento della crisi aziendale della Pozzi Ginori, preannunciata recentemente dagli stessi vertici aziendali, dovrebbe trovare a breve un confronto istituzionale nel corso di un Consiglio comunale straordinario a Formia.

Una seduta chiesta appositamente dai rappresentanti sindacali di base che hanno fatto presente all’amministrazione comunale del sindaco Michele Forte dell’innumerevole presenza di operai di origine e residenza formiana e che, se in procinto di perdere il lavoro come illustrato dalle stime aziendali per il 2013 nell’ordine di altre 130 unità, non vogliono essere lasciati soli.


Ma il fronte sul quale stanno combattendo i sindacati è duplice perché non hanno evitato di provocare ripercussioni le affermazioni rilasciate dai vertici della Pozzi nel corso dell’ultimo incontro del 6 marzo scorso presso Confindustria Latina. Il bilancio dell’incontro in numeri, rappresentato da Ivano Bizzaro, Eric Jauffret, Daniel Corouge e Giuseppe Rinaldi, scaturisce secondo un punto fermo: “In tutta Europa c’è stata una riduzione delle richieste di pezzi che hanno costretto la Sanitec a riassettare i volumi produttivi in ambito europeo”.

A Gaeta la produzione si attesterà per questo motivo sui 330mila pezzi. Questo ridimensionamento produttivo provocherà un eccesso di personale che verrà gestito con la Cigs per tutto il 2013, con l’aggiunta della mobilità volontaria. “I costi gestionali – hanno fatto sapere dall’azienda -, che lo stabilimento dovrà affrontare, con questo ulteriore abbattimento dei volumi produttivi, non sono calcolabili”.

Immediata la replica del rappresentante sindacale dell’Usb Maurizio Acquaviva, che da sempre porta avanti una battaglia contro gli sprechi aziendali, vero motivo delle perdite aziendali.

“È evidente – esordisce Acquaviva – che tutto ruota intorno all’abbattimento dei costi di gestione, dovuti agli sprechi come rese, energia, gonfiamento personale, consulenze, più volte denunciati e mai valutati da parte della dirigenza, che ancora oggi non ha riattivato le attività di risparmio usate fino a dicembre 2009 e sospesi nel 2010, che avrebbero ridotto tali costi. Il doppio effetto di tale gestione, nella competitività con altri stabilimenti Sanitec, ha posizionato lo stabilimento gaetano come fanalino di coda e ripercuotendo sullo stesso la riduzione delle richieste di mercato italiano che stanno impedendo la conservazione dei volumi occupazionali nella città del Golfo. Inoltre il danno finanziario creato ha determinato la necessità da parte di Sanitec di ricorrere all’ennesima ricapitalizzazione per un valore di 3 milioni di euro e per un totale di circa 20 milioni di euro negli ultimi 4 anni. Soldi che potevano essere investiti per migliorare tutti i cicli aziendali.

Prendiamo atto della volontà della Sanitec di puntare sul sito produttivo gaetano e a breve sarà a questo proposito presentato un piano industriale e organizzativo di rilancio eseguito nella massima trasparenza. Ma come fidarsi quando ancora oggi non abbiamo risposte alle nostre domande sul perché, ad esempio, in quest’ultimo periodo non vengono forniti tutti i dati di produzione sempre forniti mese per mese o senza avere ancora conto dei programmi per l’abbattimento dei costi energetici? Siamo disponibili a sederci ai tavoli istituzionali, necessari, purché si garantisca il mantenimento dei livelli occupazionali”.

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