FORMIA FREEZING FISH, ASSANTE DI CUPILLO: ''VITTIMA DI UN DISEGNO PERSECUTORIO''

freezing fish1“Ancora una volta e nonostante i chiarimenti forniti nei mesi scorsi, sono costretto a registrare, da parte di alcuni organi di così detta informazione (il riferimento è ad alcuni articoli apparsi sulla carta stampata), una serie di affermazioni, relative alla società “Formia Freezing Fish”, totalmente destituite di fondamento ed anzi, lesive del buon nome dell’azienda, presente in città da oltre cinquant’anni, nella storica sede di Largo Vespucci, costituendo un insostituibile punto di riferimento, nello specifico segmento produttivo”.

Lo ribadisce l’amministratore della “Formia Freezing Fish” Michele Assante di Cupillo di cui pubblichiamo integralmente quanto ricevuto.


“Nonostante la considerazione che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, mi vedo, pertanto, costretto all’ennesima puntualizzazione ed a chiederne l’integrale pubblicazione, ai sensi delle vigenti leggi sulla stampa, onde evitare l’adire alle vie legali, da parte della società che rappresento.

Nel 1988, la “Formia Freezing Fish” ha ottenuto dalla Capitaneria di porto di Gaeta un ulteriore rinnovo decennale della concessione demaniale e, contestualmente, ha eseguito, nei locali esistenti, lavori di messa in sicurezza e di ristrutturazione igienico-sanitaria, richiesti dalla Asl e regolarmente autorizzati, per un importo di circa 900 milioni di lire, pagando puntualmente il canone annuale pattuito (45 milioni di lire annui) e stipulando, per di più, nel maggio del 1988, con la compagnia Tirrena, una polizza fideiussoria di 90 milioni di lire (attuali 45.000 euro), a garanzia degli obblighi concessori.

Nel 1998, alla scadenza dell’iniziale concessione, la Freezing Fish chiedeva alla Capitaneria di porto e poi, a seguito del trasferimento delle competenze sulla titolarità del demanio, alla Regione Lazio, il rinnovo della concessione medesima, dichiarandosi, tra l’altro, disponibile anche ad un adeguamento della polizza fidejussoria, stipulata con la Compagnia Tirrena, a garanzia dei canoni da corrispondere (rimasta, comunque, sempre attiva ed inutilizzata), senza però ottenere mai alcuna risposta, manifestandosi, in tale comportamento, un evidente “atteggiamento omissivo” e di precisa responsabilità, sia da parte della Capitaneria di porto di Gaeta, che, successivamente, della Regione Lazio, costantemente e scientemente inadempiente, per oltre un decennio, tanto da non ottemperare neppure alla sentenza del 1° Ottobre 2010, con cui il Tar del Lazio – Sezione Staccata di Latina, intimava alla Regione stessa di provvedere al rinnovo della concessione demaniale entro sessanta giorni e concedendo, oltretutto, alla Freezing Fish la sospensiva relativamente alle esorbitanti ed infondate pretese economiche di Capitaneria di Porto ed Agenzia del Demanio, nonché all’ingiunzione di sgombero dell’area Vespucci.

Ne consegue, con lapalissiana evidenza, che, né la “Formia Freezing Fish”, né il sottoscritto amministratore, sono o possono essere considerati “occupanti abusivi”, mancando il presupposto dell’occupazione abusiva, proveniente, invece, da regolare concessione, di cui è stata reiteratamente sollecitato il rinnovo, garantito da una polizza fideiussoria di 45.000 euro, né avendo mai commesso, sull’area interessata, alcun abuso, edilizio o commerciale.

Del tutto illegittima, illegale e provocatoria, si appalesa, pertanto, la pretesa della Capitaneria di porto, prima e dell’Agenzia del Demanio, poi, che nel 2005, a distanza di ben sei anni dalla richiesta di rinnovo della concessione, esigevano dalla Freezing Fish il pagamento di oltre un milione e 150 mila euro per il decennio 1998/2008.

L’assurdità di tale importo, di gran lunga superiore allo stesso capitale sociale della Formia Freezing Fish ed il palese comportamento vessatorio (se non estorsivo e ricattatorio) dei predetti Enti sono stati testimoniati dalla stessa sentenza del Tribunale Civile di Roma – Sez.II, che, a seguito ricorso dell’azienda, con sentenza n.2828 del 13.02.2012, riduceva la somma a 309.000 euro, nell’ipotesi (irreale) di abusivismo e riducibile ulteriormente ad un terzo – appena 103.000 euro – nel caso di regolare occupazione, come in effetti si manifesta.

La realtà è che, negli ultimi 14 anni, contro la “Formia Freezing Fish” è stata avviata una vera e propria battaglia legale, che ha visto il sovrapporsi di diverse competenze statali e regionali ed orchestrata dalle amministrazioni comunali di Formia, per fini reconditi, che nulla hanno a che fare con la pubblica utilità e con la presunta realizzazione di un maxiporto turistico, di cui non si ha più notizia e che, di certo, non verrà costruito.

Per questo, la “Formia Freezing Fish”, unicamente vittima di un disegno persecutorio, finalizzato ad atti di insana gestione amministrativa, adirà penalmente alle vie giudiziarie e con ampia facoltà risarcitoria, nei confronti degli Enti responsabili della sua chiusura – in primo luogo il Comune di Formia – e per questo, non accetto di essere denigrato, o definito “occupante abusivo”, da chicchessia, dopo un tentativo estorsivo da oltre un milione di euro, senza alcuna possibilità di contraddittorio e dopo che si è fatta sgomberare, con prepotenza, un’azienda fiorente, presente da quasi 50 anni sul territorio, che ha sempre rispettato leggi e regolamenti e che dava da mangiare a venti famiglie di lavoratori”.

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